Tra una settimana cominceranno i Campionati mondiali di calcio, i primi in terra africana. Dalle colonne del settimanale "Il Salvagente", questa settimana in edicola, il presidente Uisp Fossati, ha lanciato questo appello
Coppa del mondo: in campo ci sono i diritti dei popoli
In quanti modi si possono leggere i Mondiali di calcio che inizieranno in Sud Africa, tra dieci giorni? Si possono vedere, e milioni di telespettatori si preparano a farlo. Si possono vivere, e l'Uisp ha scelto questa strada. I campi di calcio sono uguali dappertutto, 110 metri per 70 di larghezza, così come lo sono gli schermi tv di tutte le case del mondo. La sede di un evento globale è soltanto uno sfondo. Ma questa volta, no. Abbiamo fatto il tifo per il Sud Africa: la terra di Mandela non è una sede di plastica. Il Sud Africa è il simbolo della vittoria sul razzismo e l'Apartheid. Lo sport è il collante più significativo per dare coesione e identità a un popolo. Lo stesso Mandela ricucì la bandiera del suo paese puntando su di un grande evento internazionale, la Coppa del Mondo di rugby del 1995, che vinse insieme alla scommessa di un paese sulla strada della riconciliazione. Da presidente e da cittadino libero, con le cicatrici ancora aperte di ventisei anni di carcere. Anni nei quali non ha smesso di tenere in movimento il suo corpo e vivo il suo cervello: scherma e calcio in galera, perchè la dignità della persona passa anche attraverso la pratica sportiva, come documenta Invictus.
Si può ignorare tutto questo? L'Uisp invita ad attraversare i primi Campionati mondiali di calcio in Africa per raccontare la realtà sociale che c'è intorno, i diritti e la lotta contro razzismo e apartheid, oggi. Questi Mondiali devono lasciare un'eredità positiva: quando si spegneranno i riflettori non dobbiamo abbandonare l’Africa. L’Uisp si attiva con tre azioni: consegnerà attrezzature e abbigliamento sportivo per l'avvio al gioco del calcio dei ragazzi di zone svantaggiate del paese. E ancora, realizzerà una campagna in Mozambico e Sud Africa per combattere il fenomeno della tratta delle donne e contro lo sfruttamento durante i grandi eventi sportivi.
Infine, assegnerà il premio Nelson Mandela-Sport e Solidarietà (la prima edizione risale al 1990, all’'indomani della sua liberazione) che verrà attribuito il 22 giugno a Johannesburg al Museo dell'’Apartheid, con la consegna della mostra realizzata dal Centro Documentazione antirazzista Benny Nato. Perchè questi Campionati non siano un evento di plastica ma raccolgano il messaggio che proprio Mandela lanciò all’ANC nel 1980, dal carcere nel quale era rinchiuso: "Unitevi, mobilitatevi, lottate!". Anche attraverso il calcio.